Tragedia familiare per Nino Benvenuti. Il figlio del campione olimpico e mondiale di pugilato, Stefano, 58 anni, è stato trovato morto in un bosco del Carso. Secondo gli inquirenti si tratta di suicidio. Nel 2016 l’uomo era stato condannato al carcere per un furto di gioielli all’ex compagna ed era arrivato a scontare la metà della pena. Con l’emergenza Covid aveva ottenuto i domiciliari, ma la sofferenza di dover essere ‘rinchiuso’ non l’ha abbandonato neanche lontano dalle mura della casa circondariale del Coroneo.
La notizia è stata riportata ieri dal quotidiano Il Piccolo di Trieste. Benvenuti, sposato, era un uomo espansivo con una vita turbolenta fatta di alti e bassi. Il suo corpo è stato trovato senza vita alcuni giorni fa in un bosco in Carso. La sua morte ha lasciato senza parole quanti in città lo conoscevano, la famiglia, la madre che lo adorava e il figlio minorenne.
Tra Stefano e il padre Nino il rapporto è sempre stato difficile e conflittuale, tanto da finire davanti a un giudice: l’ex campione di pugilato pretendeva la restituzione di un orologio d’oro che aveva ricevuto dopo la vittoria delle Olimpiadi di Roma ma anche di una Bibbia di valore e un ritratto ad olio oltre a vecchi trofei. Nel 2002 l’altro procedimento giudiziario nei confronti del figlio Stefano, accusato di aver incassato un assegno da 15 milioni di lire che invece sarebbe dovuto finire sul conto della madre Giuliana.