ROMA(FLASHSPORTNEWS)-Suo compagno di squadra per tanti anni alla Juve e in Nazionale, è distrutto nel ricordare il goleador dell’Italia Mundial.
«A fine luglio ho perso Ettore, tre anni più grande di me, e adesso anche Paolo» racconta l’ex difensore, che si sofferma sul suo sorriso.Rossi & Cabrini, Pablito e il Cabro, campioni e uomini e figure inscindibili. Così simili, poi. Gli ho detto, semplicemente: Antonio, il ricordo deve essere tuo, scrivilo per noi e per tutti. E lui non si è sottratto. «Nove anni in Nazionale, stessa camera, sempre insieme, la Rossi-Cabrini…». Una lunga pausa, prima di riprendere: «Ho perso il secondo fratello, quattro mesi e mezzo dopo Ettore, che aveva tre anni più di me. Ettore è morto a fine luglio, infarto… Ci somigliavamo, io e Paolo, lui aveva però una capacità di sdrammatizzazione che non ho ritrovato in nessun altro, non so se per il desiderio di costruirsi una vita a prova di angoscia e di dolore. Era buono come il pane, ti strappava il sorriso soprattutto nei momenti difficili. Nel periodo in cui poteva soltanto allenarsi con noi alla Juventus, per via della squalifica, non portò mai nello spogliatoio delle negatività, pensieri tristi, malinconia, una rabbia comprensibilissima. Era discreto, riservato. Perfino della malattia nessuno dei ragazzi sapeva nulla. Sospettavamo che le cose non andassero affatto bene perché da oltre un mese non frequentava più la nostra chat. Per pudore, a Federica non ho chiesto cosa avesse, forse non volevo nemmeno conoscerla fino in fondo, la verità. Quando stamattina ho saputo che Paolo non c’era più, che non avrei più potuto sentirlo, né incontrarlo, ho provato un terribile senso di vuoto. Si è portato via il sorriso, la leggerezza».