ROMA-La prima finale da allenatore, dopo tante da giocatore, ha sempre un sapore particolare. «Per noi non è una Coppa Italia, ma una Coppa del Mondo», ringhia Gennaro Gattuso, svelando il peso specifico che ha l’incontro ravvicinato di domani con la Juve per il Milan. «Per la squadra giovane che abbiamo, per l’entusiasmo che ci portiamo dietro e per la voglia di tornare a vincere un trofeo che si tocca con mano tra i nostri tifosi», spiega il tecnico rossonero. Altro giro, altra metafora per far comprendere il significato di questa finale: «Ci manca la scintilla per accendere i fuochi d’artificio». E Gattuso la vede nella Coppa Italia, eventuale primo titolo del Milan post-berlusconiano. «Questa è una partita che si prepara da sola. Loro sono fortissimi, ma hanno anche qualche difettuccio. Dobbiamo provarci, non avere paura e non ci deve venire il braccino del tennista. Giochiamocela».
La prima finale da ex ha un gusto unico anche per Leonardo Bonucci. «È sempre bello giocare partite di questo livello», recita il capitano degli ultimi sei scudetti bianconeri che sogna di alzare il primo trofeo in rossonero. «Sono fiducioso – prosegue l’attuale capitano del Milan, ma pur sempre membro della BBC juventina originale – faremo una grande gara e venderemo cara la pelle. Per vincere dovremo essere cinici nelle due o tre occasioni che ci capiteranno: serve la partita perfetta. La Coppa Italia non avrà la stessa importanza della Champions o dell’Europa League, ma alzare un trofeo in questa stagione avrebbe un sapore particolare. I cicli iniziano sempre con una vittoria. Cosa farò in caso gol? In campionato, allo Stadium, ho esultato, prima vediamo se ci riesco di nuovo e poi cosa succederà. Abbraccerò Gigi Buffon come tutti i miei ex compagni. Alla Juve ho imparato la mentalità del non mollare mai, al Milan ogni giorno assimilo emozioni e valori altrettanto importanti».