IL CAMBIAMENTO NEL CALCIO ITALIANO, SOLO UN GIOCO FINANZIARIO?

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I risultati, quelli che muovono il mondo intero, danzano intorno al business finanziario. Da qualche anno a questa parte le scelte sono ben dettate da logiche e dinamiche dove il sincretismo della globalizzazione mondiale tra calcio e finanza si estende e ramifica producendo affari ed investimenti molto allettanti.

A partire dagli anni ’90, il boom dello sport in televisione, con la pay-tv e l’impennata della vendita dei diritti televisivi, ha costruito un nuovo modello di business intorno al calcio, rendendolo una vera industria di intrattenimento e di conseguenza sempre più attraente dal punto di vista finanziario per gli investitori, sia come potenziali partner commerciali sia come proprietari.

Di questi tempi, con la pandemia molti club hanno subito un calo significativo del loro valore di mercato, rendendoli un potenziale obiettivo di investimento oltre all’opportunità di comprare giocatori di grande valore a prezzo di saldo nelle prossime offerte di mercato, a causa della necessita’ di liquidita’ di alcuni club.

Nonostante i venti contrari scaturiti dal virus, da cambiamenti burocratici e non solo; la piattaforma calcistica continua a produrre sincretismi interessanti tra investitori stranieri e vari club che necessitano di rinascere  o di salvarsi. ed ecco che partendo dall’ultima italiana che si e’ inserita, per ordine di tempo, nella lunga ed irresistibile “lambada” economica-calcistica.

L’ultima squadra acquisita da un proprietario straniero e’ proprio l’ultimo new entry in Serie A, lo Spezia che ha assunto connotati americani essendo stato rilevato dall’investitore Robert Platek.

Proseguendo a ritroso, troviamo il Pisa, rilevato dal business man russo-americano Alexander Knaster; il Catania rilevato dall’americano Joe Tacopina.

La Roma da agosto 2020, passa sotto la presidenza di Dan Friedkin che mette fine alla discutibile gestione di Pallotta (poco amato per le sue fallite scelte strategiche e per l’indelicato trattamento riservato alle ex bandiere giallorosse, i giocatori più amati di sempre e la poca presenza su Roma città).

A capo del Parma troviamo, invece, l’americano Kyle Krause, poi, un altro recente trasferimento di proprietà che avvenne il 6 giugno del 2019 vede protagonista il n.1 della Mediacom Communications Corporation che compro’ la Fiorentina, chiudendo cosi’ l’era dei Della Valle con il dispiacere di molti.

L’Inter come il Milan dopo una lunga e amatissima gestione al cento per cento italiana, i primi con la famiglia Moratti e i secondi con la famiglia Berlusconi, decidono di lasciare e spalancare le porte ai grandi proprietari stranieri. I nerazzurri sono attualmente, per le quote di maggioranza, del gruppo cinese Suning.

Il Milan è di proprietà americana. A capo c’e’ il presidente Paolo Scaroni, fondatore e proprietario della Elliott Management Corporation e cosi’ via hanno seguito lo stesso esempio anche il Bologna, il Venezia e il Padova rilevato da un imprenditore francese e in ultimo, solo per adesso, il Como

Stiamo assistendo negli ultimi anni ad una trasformazione sostanziale che sta proponendo a grandi e piccoli e medi club vere possibilità di crescita ed una vetrina sempre più internazionale. Quello che ci incuriosisce è capire se questi signori stranieri a cui, molte società italiane devono nuova luce di molti riflettori, provenendo da altre realtà e non avendo vissuto la storia in tutti i sensi di queste società calcistiche italiane, saranno pronti a preservare quello che nelle gestioni passate è stato infallibile, ovvero, il grande spettacolo in campo garantito dalla presenza di grandissimi campioni, scoperti nei grandi vivai italiani e del resto del mondo .

Siamo d’accordo, che occorre avere buon fiuto per gli affari e per la scelta degli sponsor e il loro coordinamento e posizionamento. Ci auguriamo però, che questi nuovi presidenti stranieri, abbiano  a cuore anche la vera anima di questo sport, fatto di giocatori e allenatori che debbano essere considerati anche per il loro talento, quindi, che vengano arruolati validi osservatori in grado di scovare ancora nuovi campioni dalle scuole calcio affinchè non saremo costretti a rimpiangere per sempre le ex glorie, bandiere che siamo stati costretti a salutare  in campo ma mai dimenticheremo per le emozioni e la qualità che ci avevano garantito.

Articolo a cura di Roberta Gangeri

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