Fatih Terim, l’allenatore-Imperatore apre le porte del suo regno ardente di passione.
In Turchia è al potere calcistico da una vita, al Galatasaray è in odore di santità da sempre. Ha compiuto 68 anni il 4 settembre, tanti guru gli hanno tributato onori.
E’ il tecnico più anziano dell’Europa League, il secondo dell’Europa intera (dopo Lucescu). Ha scoperto l’elisir: «Il calcio mi dà energia».
E’ Terim l’allenatore-Imperatore, prossimo sfidante di Sarri in Coppa. Lo abbiamo intervistato alla vigilia con la collaborazione del giornalista turco Dundar Kesapli : Galatasaray-Lazio di domani inizia oggi.
Bentrovato Terim e complimenti. A giugno profetizzò l’Italia in finale agli Europei. Se lo sentiva?
«Il mio caro amico Roberto (Mancini, ndr) ha costruito un’ottima squadra grazie alla quale può rispecchiare la sua mentalità di gioco. Non credo molto alla frase “quella squadra ha una buona generazione di giocatori”. Crei tu stesso le generazioni, l’opportunità e l’ambiente di cui hanno bisogno e poi vai verso il tuo obiettivo. Ha vinto meritatamente».
Continuiamo con le profezie. Lei è una leggenda del Galatasaray e il 4 settembre ha compiuto 68 anni, cosa vede nel suo futuro?
«Vivo nel calcio da più di 50 anni, mi nutro di calcio e trovo energia con il calcio. Provo ancora la stessa eccitazione prima di ogni partita, svolgo ancora il mio lavoro con la stessa concentrazione e lo stesso amore del primo giorno. So che devo lasciare una buona eredità. Voglio che questi anni siano il punto di partenza delle storie da scrivere e delle nuove leggende da raccontare. Abbiamo costruito una squadra giovane, con un futuro e un alto potenziale. Promette grandi cose. Ci saranno degli intoppi prima che questi ragazzi crescano, i nostri obiettivi cresceranno con loro».
Mourinho le ha inviato auguri speciali per il suo compleanno, da quanto siete amici?
«Il messaggio di José mi ha reso felice, non solo il suo. Ho ricevuto video da colleghi come Wenger, Simeone, Tuchel, così come tanti ex giocatori e amici che dall’Italia hanno inviato messaggi bellissimi. Il messaggio di compleanno di Spalletti è tra i miei preferiti (risata, ndr). L’amicizia con José va avanti da circa 20 anni. Parliamo ancora di calcio e di vita, è speciale».
Sarri e Mourinho sono i nuovi guru di Roma, hanno visioni di calcio opposte. Terim, lei punta su giochisti o risultatisti?
«I confronti non sono corretti. Penso che lei voglia dividerli dicendo uno fa l’attacco e uno la difesa. No! Sarri e Mourinho sono due allenatori molto importanti i cui nomi saranno sempre ricordati. Sono una fonte di riferimento per molti calciatori».
Torniamo alle profezie, dove immagina Lazio e Roma a fine campionato e chi vincerà lo scudetto in Italia?
«Sono un amante del calcio italiano. Tutte le squadre in corsa per il titolo hanno allenatori importanti. Con il caro collega Sarri, con cui giovedì saremo rivali, la Lazio può raggiungere grandi traguardi e segnare tanti gol. José è la più grande prova di quanto impatto possa avere su una squadra in pochissimo tempo. Nella millesima partita ufficiale della sua carriera ha anche mostrato quanto velocemente possa correre i 100 metri (risata, ndr). Lo scudetto? Credo che la Juventus tornerà. Il mio caro amico Luciano (Spalletti, ndr) ha dimostrato che il Napoli è molto forte. Inter e Milan ci sono sempre. Il campionato con più candidati è la Serie A».
Sarri contro Terim, Lazio contro Galatasaray, chi partirà favorito?
«A volte in alcune partite vuoi essere uno spettatore. Sarà una partita tra due buone squadre, i tifosi si divertiranno. La Lazio può vincere la A e lotterà per questo. E’ un’avversaria molto forte. Noi abbiamo una squadra giovane, pronta a mostrarsi a livello internazionale. Nessun favorito. E’ un gruppo di livello Champions. La Lokomotiv Mosca ha vinto titoli in Russia per anni, è sempre stata in Europa. Il Marsiglia è molto più forte. Forse una o più squadre di questo girone saranno ancora in Europa ad aprile e maggio, tutti ci guarderanno».
Chi teme della Lazio?
«Nominare un giocatore sarebbe irrispettoso, dovremo stare attenti a tutti».
Domani potrebbe giocare Muriqi, esploso in Turchia, in difficoltà in Italia. Lei l’ha visto da vicino, crede che riuscirà ad imporsi in Serie A?
«Siamo in un periodo in cui i classici attaccanti non si vedono molto nel calcio europeo. Vedat è un buon attaccante con molte qualità diverse. Ha un sinistro molto forte, sa prendere posizione quando gira le spalle verso la porta ed è un buon rifinitore. E’ normale avere un periodo di adattamento, davanti ha un campione come Immobile».
Terim avrà un’arma in più, il suo stadio.
«Giovedì, uno dei nostri punti di forza più importanti, sarà rappresentato dai nostri tifosi. Li incontreremo nel nostro stadio per la prima volta dal marzo 2020. Non vediamo l’ora. Con loro abbiamo conquistato i più grandi successi».
Agli inizi del 2000 ha allenato Fiorentina e Milan, per il resto ha lavorato solo in Turchia. L’Europa l’ha ignorata troppo, ha mai pensato di tornare in Italia?
«Negli ultimi 20 anni ho lavorato nel Galatasaray e in nazionale. Sono un tifoso del Galatasaray. Sono entrato per la prima volta nel mio club nel 1974, ho giocato a calcio per 11 anni, ero il capitano. Sono uno dei membri più anziani del club. Amo il mio Paese. In questo periodo ho ricevuto molte offerte dall’Europa, sia a livello di club che di nazionale. Mi sono state sempre offerte condizioni migliori dal punto di vista economico. Ma alla fine il mio amore per il Galatasaray e la Turchia ha sempre prevalso».
Ha rimpianti ripensando a Fiorentina e Milan? Non le diedero molto tempo in Italia…
«Potevo restare in Italia più a lungo, sì. Tuttavia l’opportunità di vivere l’Italia poteva anche non capitare. Non ho rimpianti. Quando vado a Firenze ci sono persone che mi ricordano e dicono che non dimenticheranno mai il calcio giocato dalla squadra. Dopo la partita che abbiamo giocato con il Karagümrük la scorsa stagione, il portiere Viviano mi ha ricordato che era nato a Firenze e mi ha detto che ha seguito tutte le partite di quella stagione. A volte alcuni complimenti hanno più significato dei trofei. Con quella Fiorentina e quel Milan abbiamo raggiunto questo obiettivo. A proposito, so che alcuni turchi non pagano in alcuni ristoranti di Firenze (risata, ndr)».
Terim, lei chi sceglie tra Messi e Ronaldo? E darebbe il Pallone d’Oro a Jorginho?
«Abbiamo avuto la fortuna di assistere alle loro prodezze. Hanno rappresentato un’epoca. Hanno scelto strade diverse nelle loro carriera, Messi ha lasciato la sua casa, Ronaldo ci è tornato. Non posso sceglierne uno e ignorare l’altro. Darei il Pallone d’Oro a Jorginho, ha vinto tutto nel 2021. Lo darei anche a Barella se potessi».
Fonte Corriere dello Sport – Articolo a cura della redazione