ROMA(FLASHSPORT)-16 luglio 2014-3 giugno 2017. Segnatevi queste date. Ora vi spiego perchè. Il 16 luglio di tre anni fa Massimiliano Allegri firma il contratto con la Juventus, a poche ore dal clamoroso divorzio da Antonio Conte, che dice addio dopo tre scudetti consecutivi in palese polemica con la società che non gli assicurerebbe un adeguato rafforzamento della squadra. “Non si può mangiare con 10 euro in un ristorante da 100 euro” le parole del tecnico pugliese nel momento del distacco. Qualche settimana dopo sarebbe diventato il CT della nazionale.
Come benvenuto Allegri trova allo Juventus Stadium un centinaio di tifosi bianconeri avvelenati che gli urlano tutto il loro disprezzo, insultandolo pesantemente e rimproverandogli i trascorsi milanisti, oltre a un profilo non all’altezza di quello del suo predecessore.
Max non fa una piega, da buon livornese è uno che non si lascia impressionare da nulla. Ci conosciamo da quando giocava nel Pescara di Galeone e mandò in bianco la sposa designata il giorno prima del matrimonio. Da allenatore ha fatto tutta la gavetta, partendo dal basso. Un giorno rilasciò un’intervista in cui diceva più o meno: “L’allenatore più bravo è quello che fa meno danni. In una squadra può incidere al massimo per il 15%, non date retta a quelli che dicono che è determinante: non è così”.
Qualche giorno dopo mi trovo in Sardegna per Cagliari-Sampdoria: i rossoblù vincono 1 a 0 e a fine partita Allegri si presenta per la diretta su Italia 1. “Complimenti Max” – gli dico stringendogli la mano. E lui: “Per la vittoria ?” Io: “No, per l’intervista”. “Ti è piaciuta ?”. “Sì, perchè hai detto quello che nessun tuo collega direbbe mai”. E lui: “Ma io la penso davvero così”.
Ma torniamo alla Juve, a quel 16 luglio 2014. Allegri non può essere felice dell’accoglienza, ma sa che esiste solo un modo per farsi accettare dall’ambiente juventino: vincere come e più di Conte. Una parola. Allegri parla coi giocatori, percepisce che sono contenti di essersi liberati di un martello come Conte, allenta la morsa, li responsabilizza, instaura la politica del sorriso.
Si mette a lavorare sodo, prosegue inizialmente con lo schema tattico del suo predecessore, quel 3-5-2 che la squadra conosce a memoria. Ma un po’ alla volta ci mette del suo, passa alla difesa a 4, conquista il suo primo scudetto. L’anno dopo rivince il campionato e va in finale di Champions League contro il Barcellona stellare di Messi & C., traguardo che Conte non aveva mai neppure sfiorato. Perde quella finale a Berlino, ma esce a testa alta dallo stadio in cui l’Italia conquistò il titolo mondiale nel 2006. Qualcuno a Torino comincia ricredersi: vuoi vedere che questo è bravo ?
Intanto parte il processo di ringiovanimento: se ne vanno Pirlo, Vidal e Tevez, i tre leader dello spogliatoio. Arrivano Dybala, Mandzukic, Kedira, Cuadrado, Rugani. La squadra inizia malissimo, sembra fuori dal giro scudetto dopo 4 sconfitte nelle prime 11 giornate. Torna la contestazione ad Allegri, ma la società lo blinda. Lui non si fa prendere dal panico, è la sua dote principale, rimane sempre equilibrato, sia quando le cose vanno bene, sia quando tutto sembra precipitare. La Juve infila un filotto incredibile di 15 vittorie e conquista il suo quinto scudetto consecutivo, il secondo dell’era Allegri.
E siamo a questa stagione, con un campionato in realtà mai in dubbio e una finale di Champions da disputare il 3 giugno a Cardiff contro il Real Madrid di Cristiano Ronaldo. Ma in mezzo c’è un altro colpo di genio di Max: la critica storce il naso perchè la squadra vince giocando male. E allora lui cosa si inventa ? Il 4-2-3-1 che gli consente di mettere in campo tutti i talenti che ha a disposizione, giocando un calcio frizzante e cambiando marcia anche in Europa.
La Juventus arriva a Cardiff nel momento migliore, al massimo della maturità, con una difesa d’acciaio che ha incassato appena 3 gol in 12 partite di Champions, lasciando a secco l’attacco più forte del mondo, quello del Bacellona di Messi, Neymar e Suarez. Dire che i bianconeri siano favoriti è forse eccessivo, ma di certo non sono sfavoriti.
Ricordatevi questa data: 3 giugno 2017. Potrebbe essere l’ultima partita di Allegri sulla panchina della Juventus. Perchè a quel punto fare meglio (soprattutto se nel frattempo avrà vinto anche la Coppa Italia in finale contro la Lazio il 17 maggio all’Olimpico), sarà impossibile.
E allora Max potrebbe prendere la decisione più logica: andarsene da trionfatore, cancellando il mito di Antonio Conte. Satollo dopo aver mangiato con 10 euro in un ristorante da 100 euro.
DI DANIELE GARBO