CAOS ITALIA-TURCHIA, MILLE STUDENTI BLOCCATI PER BUROCRAZIA. AMBASCIATA E CONSOLATO, UN DANNO PER I CONTRIBUENTI

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Caos tra Italia e Turchia: Mille studenti turchi ammessi nelle università italiane rischiano di perdere l’anno accademico per i ritardi nei visti.

La scadenza è il 30 novembre, ma ad oggi non ci sono novità nel merito. il ministro Tajani si attivi.

Ambasciata e Consolato, un danno per i contribuenti

Una storia, una triste storia che coinvolge l’Italia e la Turchia, due paesi sempre uniti e collaborativi, ma che in questo caso specifico, regna silenzio e menefreghismo.

Famiglie turche che hanno dato tutto per i propri figli per fargli avere un’istruzione importante in Italia, rischiano di vedere in fumo tutti i loro sacrifici, solo perchè chi siede dietro ad una scrivania, resta inchiodato a normative prime di obiettività.

Una strana situazione, nonostante l’Italia e la Turchia siano legate anche sotto aspetti sportivi, come gli Europei del 2032, in questo caso sono lontanissimi e a rimetterci sono tanti giovani che dovrebbero rappresentare il futuro.

Giorgio Marrapodi - Ambasciatore d'Italia in Ankara e Elena Clemente - Console Generale d'Italia a Istanbul
Giorgio Marrapodi – Ambasciatore d’Italia in Ankara e Elena Clemente – Console Generale d’Italia a Istanbul

La rappresentanza diplomatica italiana a Istanbul e Ankara non riesce a gestire il lavoro affidato. Tanti rallentamenti i quali portano a non seguire le normative indette tra i due governi.

Se una persona desidera venire in Italia e consegna nei tempi stabili la richiesta del visto con il biglietto aereo acquistato, la sua pratica, il più delle volte è lavorata addirittura dopo quello che doveva essere il giorno di partenza.

A gran voce è richiesta una commissione d’inchiesta che possa appurare il lavoro del consolato italiano ad Ankara e Istanbul. Impossibile creare una falla cosi determinante per chi vuole venire in Italia.

Gli aerei partono e la gente resta a terra per un visto che ‘forse un giorno…arriverà

Nelle ultime settimane, centinaia di persone non hanno ricevuto il visto non per mancanza di presupposti, ma semplicemente perchè la pratica non viene lavorata nei tempi che lo stesso governo richiede.

Sportivi hanno dovuto rinunciare a eventi per questo vizio formale di gestione, cosi come tante altre persone che non meritavano un trattamento cosi superficiale.

Persone benestanti, imprenditori, famiglie intere, tutti vittime di una burocrazia che fa acqua da tutte le parti.

Le polemiche delle ultime ore che stanno coinvolgendo Giorgio Marrapodi, Ambasciatore d’Italia in Ankara e Elena Clemente, Console Generale a Istanbul, stanno creando un serio incidente diplomatico tra i due paesi.

L’investimento economico dell’Italia nell’avere dei rappresentanti in Turchia per agevolare determinate operazioni, rischia di essere un’importante fallimento a carico dello stato e un’enorme danno nelle tasche dei contribuenti.

Serve urgente un intervento diplomatico

Il rispetto delle regole è un qualcosa di fondamentale, ma il caso dei mille giovani bloccati fa pensare ben altro.

Il rapporto economico tra l’Italia e la Turchia rischia una seria compromissione, impossibile non capire il grave danno che la burocrazia sta consegnando ai due paesi rischiando di rovinare il rapporto bilaterale.

Il fatto degli studenti è solo l’apice di quello che sta accadendo negli ultimi mesi. Non solo giovani, ma anche imprenditori, gente che viole farsi una vacanza o andare a trovare parenti, si ritrovano bloccati senza motivo facendo perdere anche i soldi del viaggio organizzato.

Il Ministero dell’Interno e la Corte dei Conti devono verificare il lavoro che viene fatto e anche i soldi spesi che rappresentano un’importante uscita economica che però non porta nulla.

L’On. Nicola Fratoianni (Avs) chiede un’immediata Interrogazione parlamentare al governo, soprattutto nella persona del Ministro Tajani:

“Negli ultimi mesi, almeno mille studenti turchi ammessi a corsi di laurea e post-laurea in Italia stanno affrontando gravi difficoltà nell’ottenere i visti necessari per iniziare i loro studi nel nostro Paese.

Vogliamo sapere dal ministro Tajani quali iniziative abbia assunto al fine di individuare opportune soluzioni volte a semplificare le procedure di rilascio dei visti per studenti internazionali, in particolare per coloro che abbiano già ricevuto un’accettazione ufficiale da parte delle università italiane, così da garantire il diritto all’istruzione e la centralità del dialogo interculturale nella nostra politica estera.”

Un ritardo che mina la sicurezza in Italia

Nonostante l’accettazione da parte delle università italiane e in possesso della documentazione completa, molti giovani, si legge nell’atto ispettivo, attendono da mesi la finalizzazione delle loro domande.

Tale ritardo nel rilascio dei visti per motivi di studio mette a rischio il loro diritto all’istruzione, poiché il termine ultimo per ottenere i visti è il 30 novembre e dopo questa data, non potranno più iniziare l’anno accademico e perderanno l’opportunità di proseguire gli studi, sia in Italia che in Turchia.

Le domande di visto richiedono mesi per essere valutate e molte vengono respinte in assenza di chiare motivazioni; e si riscontrano inoltre numerose difficoltà nel fissare appuntamenti con le autorità consolari italiane e anche questo ostacola l’intero iter per il rilascio dei visti.

L’istruzione è un diritto umano universale e quegli studenti meritano una risposta tempestiva e una concessione del visto in tempo utile per poter frequentare i corsi universitari in Italia.

Un caso spinoso per l’asse Italia-Turchia

Negli ultimi mesi, almeno mille studenti turchi ammessi a corsi di laurea e post-laurea in prestigiose università italiane stanno affrontando un ostacolo che potrebbe compromettere il loro futuro accademico: i ritardi nel rilascio dei visti.

Nonostante abbiano ricevuto un’accettazione ufficiale dagli atenei e presentato tutta la documentazione necessaria, questi giovani rischiano di perdere l’anno accademico a causa di procedure lunghe e inefficaci.

La scadenza per ottenere il visto era fissata al 30 novembre

Dopo questi dati, gli studenti non potranno più iscriversi ai corsi, mettendo in discussione il loro diritto all’istruzione e, di conseguenza, il loro futuro.

La questione è sollevata con urgenza in un’interrogazione parlamentare presentata da Nicola Fratoianni e Marco Grimaldi, esponenti di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs).

Il documento, indirizzato al ministro degli Esteri Antonio Tajani, chiede chiarimenti sulle misure adottate per affrontare il problema e propone soluzioni per velocizzare le procedure di rilascio dei visti.

Ritardi e burocrazia, la solita storia all’italiana

Nel testo dell’interrogatorio si sottolineano diversi problemi:

i tempi di attesa per l’elaborazione delle domande, spesso superiori a quanto consentito dal calendario accademico, il respingimento delle richieste senza motivazioni chiare e le difficoltà nel fissare appuntamenti presso le autorità consolari italiane.

L’istruzione, definita un diritto umano universale, è al centro della questione.

Secondo Fratoianni, l’Italia dovrebbe favorire il dialogo interculturale e sostenere il percorso accademico degli studenti internazionali, invece di ostacolarlo con inefficienze amministrative.

L’appello al governo italiano

Fratoianni invita il ministro Tajani ad attivarsi immediatamente per semplificare le procedure e garantire che tutti gli studenti ammessi possano iniziare regolarmente i loro studi.

“È in gioco non solo il futuro di mille giovani, ma anche l’immagine di un’Italia inclusiva e aperta al dialogo culturale”, concludono l’esponente dell’Avs.

Vice Commissario Amm.vo Cons. Sociale Silvia Simone
Vice Commissario Amm.vo Cons. Sociale Marina Davoli

Che qualcosa non funzionava già era evidente quando è stata sollevata la dott.ssa Maria Anna Davoli incaricata per il rilascio dei Visti per l’Italia, mettendo al suo posto la Dott.ssa Silvia Simone vice Commissario Amm.vo Cons. Sociale, ma come spesso accade, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.

La speranza è che il governo intervenga in tempi utili, evitando di trasformare una promessa accademica in un’occasione mancata.

 

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