FLASHSPORT.EU (di Stefano Ghezzi)
29.12.2013 – Sono passati quattro anni esatti. Il mondo dello sport stava per chiudere il 2013 con tanti obiettivi raggiunti e buoni propositi per l’anno che sarebbe arrivato da li a poco quando giunse la notizia dell’incidente sugli sci di Michael Schumacher a Meribel. Dopo le prime informazioni rassicuranti, ecco la drammatica verità: il sette volte campione di Formula 1 aveva subito gravi danni cerebrali ed era in condizioni disperate. Da quel momento poche notizie certe, un coma farmacologico durato diversi mesi e qualche rumors sulle sue condizioni di salute subito smentito. Un dramma privato, che, però, continua a coinvolgere milioni di persone, tra appassionati, colleghi di ieri e di oggi e amici del tedesco ex Ferrari.
Su Internet, in questi giorni di ricorrenza, girano voci, speranze, gli auguri e, soprattutto, la voglia di sapere qualcosa su Schumi. Le condizioni di salute del pilota di maggior successo nella storia del circus e forse il più amato in Italia, restano avvolte nel più fitto mistero. Di lui non si è saputo pressoché più niente. Un solo bollettino medico, emesso all’indomani dell’incidente, scarni comunicati della moglie Corinna o della manager Sabine Kehm, per ringraziare della vicinanza e della solidarietà. Poi un ostinato silenzio che non ha più detto nulla sulle reali condizioni di salute del campione.
In occasione della Hall of Fame dell’automobilismo, una sfilata di campioni del passato e del presente, che celebrare i 33 campioni del mondo di Formula 1 da Nino Farina a Lewis Hamilton, come non ricordare Michael Shumacher, il campione più forte e vittorioso della Formula 1 inserito di diritto nella lista delle leggende della F1 e rappresentato dalla storica portavoce Sabine Kehm: “L’assenza di Michael si è sentita davvero. Sono solo una povera sostituta. Sappiamo tutti che Michael dovrebbe essere qui, sono certa che sarebbe orgoglioso. So anche quanto siano legati Michael e Jean Todt e penso che il loro rapporto sia stato reso unico dalla comune passione per questo sport”. A Parigi si sono visti Vettel, Rosberg, Alonso, Prost, Jacques Villeneuve, ma anche Andretti e Hill. Tutti questi campioni che hanno avuto a che fare in pista e fuori con Shumi, hanno voluto lasciare un pensiero per il tedesco e la sua famiglia.
Chissà se sapremo mai qualcosa di certo e sicuro. Ci manca Michael come uomo e come campione. Ci manca la sua positività e la sua gran voglia di ‘dare’ al mondo sportivo. Ma ci assale un dubbio e una paura : la dolorosa certezza di aver perso un uomo e un campione unico!