COPPA ITALIA, SARA’ MILAN LAZIO

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FLASHSPORT.EU (di Stefano Ghezzi)

Il Milan è la seconda squadra qualificata per le semifinali di Coppa Italia dove affronterà la Lazio tra andata e ritorno (andata il 31 gennaio a San Siro). Il derby contro l’Inter finisce 1-0 grazie a un gol di Cutrone al minuto 104. Vittoria meritata quella dei rossoneri, che hanno creduto di più alla vittoria mettendo paura in diverse occasione ad Handanovic. Nei 90′ una traversa per Suso e due occasioni per Bonaventura. Tra i nerazzurri Joao Mario si divora un gol a inizio ripresa, poi Perisic ha due chance che non sfrutta.

LA PARTITA

Risorge il Milan grazie ad un Gattuso sempre sul pezzo e affonda sempre di più l’Inter. I 120 minuti del Meazza hanno regalato la prima grande gioia stagionale ai rossoneri, una semifinale di Coppa Italia che può dare slancio e nuova linfa anche in campionato, e hanno certificato la crisi della squadra di Spalletti, che ha perso la via del gol e che appare in grave difficoltà fisica e psicologica. La macchina (quasi) perfetta di qualche settimana fa non esiste più e ora tornano ad aleggiare su Appiano Gentile i fantasmi di un paio di stagioni fa, quando l’allora squadra di Mancini crollò proprio in questo periodo. Ha vinto con merito la squadra che ci ha creduto di più e che ha fatto oggettivamente di più per vincere, trascinata dalla voglia di emergere di Cutrone. Non a caso quando il giovane bomber ha preso il posto dell’evanescente Kalinic, il gioco del Milan ne ha subito beneficiato. E il sigillo nel derby è il giusto premio per questo suo splendido inizio di stagione. Fassone ha speso 240 milioni sul mercato, ma per la prima vera gioia deve ringraziare l’ex Primavera e il terzo portiere che non sono costati nulla. Per una notte i 16 punti di divario in classifica non si sono proprio visti, così come Joao Mario, un fantasma in campo, un autentico danno per la squadra intera. A questa Inter servono rinforzi (un trequartista in primis) e non basta più nascondersi dietro il fair play finanziario. Senza soldi servono le idee. E al più presto, perché con Lazio, Fiorentina e Roma sul cammino è un attimo dilapidare tutto quanto di buono fatto sinora. Il Milan, invece, festeggia ma non deve esagerare: la trasferta di Firenze sarà la classica prova del nove.

Gattuso nel riscaldamento perde anche Storari: esordio in maglia rossonera per il terzo portiere Antonio Donnarumma, con il fratello Gigio richiamato in panchina nonostante la contrattura. A centrocampo tocca a Biglia e Locatelli, mentre Suso e Bonaventura giocano ai lati di Kalinic. Spalletti rispetto alla gara persa con il Sassuolo fa quattro cambi: dentro Ranocchia e Nagatomo per gli infortunati Miranda e D’Ambrosio, a centrocampo c’è Vecino e alle spalle di Icardi chance per Joao Mario.

Il timore di perdere e non arrestare la crisi frena le due squadre nel primo quarto d’ora, dove non ci sono occasioni e i tanti errori tecnici in appoggio caratterizzano la partita. L’Inter è piuttosto attendista, ma Gagliardini fatica ad impostare e a innescare sulle fasce Candreva e Perisic. Joao Mario è un pesce fuori d’acqua, lento e irritante, così Icardi si trova a far sportallate con Bonucci senza la possibilità di rendersi pericoloso. Per il primo tiro bisogna aspettare il minuto 18: cross dalla destra di Kessie, Bonaventura stacca di testa su Cancelo, Handanovic vola e alza sopra la traversa. L’episodio più importante (ed emozionante) della prima frazione al 23′ con il Var protagonista: sugli sviluppi di un corner Antonio Donnarumma manda nella propria porta un cross al volo di Perisic. La gioia interista viene ricacciata indietro, perché Guida – giustamente – annulla per un fuorigioco di Ranocchia. Lo scampato pericolo dà linfa al Milan e Handanovic si salva con la manona sul destro di Suso. L’unico tiro di Icardi è un colpo di testa all’indietro che finisce a lato. Dopo la prima mezzora la squadra di Spalletti guadagna un po’ di campo ma, a parte qualche corner e qualche cross, non impensierisce mai Donnarumma Sr. Inter in crescita dal punto di vista del gioco, ma il Milan tiene senza patemi. Quel che manca a entrambe è la qualità, carenza non da poco.

Gattuso e Spalletti non cambiano nulla nell’intervallo e si riparte con gli stessi 22. Dopo la classica fase di studio sono i nerazzurri ad avere la ghiotta chance di passare poco prima dell’ora di gioco: Vecino recupera palla a Locatelli e vede Icardi in area, assist di testa per Joao Mario che calcia addosso a Donnarumma e si divora il gol. Disastroso il portoghese che viene poi sostituito da Borja Valero. Nessuno stupore se quella di stasera è stata la sua ultima gara con l’Inter. Con il passare dei minuti la stanchezza viene fuori e le squadre si allungano. La gara diventa più piacevole, anche se gli errori rimangono davvero tanti (troppi). Suso e Bonaventura sono i più ispirati in campo: il secondo non approfitta di una brutta uscita di Handanovic e in tuffo di testa spedisce alto, il secondo è più sfortunato e il suo sinistro a giro deviato dalla schiena di Skriniar sbatte sulla parte alta della traversa. Il Milan, dopo gli ingressi di Calabria e Çalhanoglu, si fa più intraprendente e tiene il pallino del gioco. Spalletti non è contento di come stanno in campo i suoi, che provano solo le ripartenze. Una doppia occasione capita sui piedi di un Perisic poco ispirato: sulla prima calcia male dopo una bella palla di Brozovic, sulla seconda è bravo Donnarumma a respingere. I rossoneri chiudono in attacco, ma Handanovic rischia poco o nulla. Si va ai supplementari, per la felicità di Fiorentina e Lazio prossime rivali in campionato.

Il Milan ne ha di più, le gambe girano meglio e in attacco c’è un giovanotto che di fame ne ha da vendere: Cutrone. Così al minuto 104 quando Suso mette a centro area, l’ex Primavera si infila alle spalle di Skriniar e, tenuto in gioco da Cancelo, fa secco Handanovic. E’ il colpo da ko: Icardi e compagni non hanno più la forza di reagire e al triplice fischio di Guida il tripudio è tutto rossonero. Un popolo fa festa e per una sera si dimentica questi primi mesi da incubo. Nella Milano nerazzurra invece crollano sempre più le certezze di qualche settimana fa: il tunnel in cui è entrata la squadra appare senza fine.

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