“AYRTON SENNA? NON LO DIMENTICHERO’ MAI”

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Il Direttore di Sportpress24 Stefano Ghezzi ripercorre l’ultimo GP di Ayrton Senna a Imola, quando era presente sugli spalti della Tosa, la mitica curva del circuito Emiliano. Un racconto pieno di sentimento, che ricorda l’emozione e la tanta tristezza che accompagna il mondo della Formula 1 da ben 28 anni.

“E’ un’immagine indelebile che nonostante i suoi 28 anni, è rimasta sempre davanti ai miei occhi. Avevo la telecamera accesa, una Sony V8 che portavo sempre con me. Amavo la Formula 1 e quello era il mio 3° GP di San Marino che andavo a vedere sulla Tosa, la mitica Curva del circuito emiliano.

Erano i primi giri e avevo lasciato la registrazione attiva cosi da potermi vivere le emozioni anche in un secondo tempo. Non era una domenica di allegria. Quello che era successo il sabato proprio davanti alla Tosa con l’incidente di Ratzberger aveva portato tristezza a tutti gli appassionati e non solo. Nell’aria si sentiva una coltre di pesantezza. A differenza degli altri anni, si urlava poco nei giri di ricognizione. Poche le bandiere e anche meno spettatori rispetto all’anno prima.

Ma ormai eravamo li, io e i miei amici e non vedevamo l’ora di vedere sfrecciare quei bolidi su quattro ruote. Ricordo che il giro di ricognizione era stato accompagnato da un lungo applauso in ricordo del pilota della Simtek.

Sul maxi schermo di fronte a noi ci godiamo la partenza, la stessa che in linea d’aria era lontana dalla nostra postazione poche centinaia di metri. Semaforo Rosso, poi lo spegnimento e via…

Allo scattare del semaforo verde la Benetton di JJ Lehto, quinta in griglia, ebbe un problema tecnico e spense il motore, rimanendo ferma sulla piazzola. Le macchine che la seguivano scartarono bruscamente sui lati per evitarla, ma Pedro Lamy, partito dalle retrovie, si avvide dell’ostacolo solo all’ultimo momento: l’elevata velocità e la presenza di altre monoposto al suo fianco resero inevitabile il violento impatto, con la Lotus che letteralmente sfondò il retrotreno della Benetton, andando poi alla deriva per un centinaio di metri e fermandosi allo sbocco della pit-lane. La storia dice che entrambi i piloti non riportarono conseguenze (salvo alcuni indolenzimenti), ma i detriti persi dalle auto coinvolte volarono in tutte le direzioni; alcuni di essi scavalcarono le recinzioni e finirono sulle tribune ferendo nove spettatori, dei quali uno, colpito da una gomma, rimase qualche giorno in coma.

Tanti, troppi i detriti sul rettilineo tanto che la direzione di gara ordinò l’ingresso in pista della safety car (condotta dal pilota Max Angelelli), per rallentare i concorrenti e dare modo ai commissari di ripulire il tracciato e spostare i relitti delle auto coinvolte.

Quella decisione portò malumori e scompiglio all’interno dei box. Alcuni piloti persero la concentrazione tanto da dire ai loro compagni e ingegneri di non sentirsela di guidare. Uno di questi fu Ayrton Senna che ribadì al suo ingegnere quello che gli aveva detto il giorno prima subito dopo l’incidente del pilota austriaco.

I giri dietro alla safety car condotta a velocità ridotta, portarono a problemi di surriscaldamento al motore e bassa temperatura degli pneumatici a non poche macchine. Come già nella gara precedente a più riprese, durante i giri della safety car, Senna affiancò e superò brevemente la vettura di servizio per spronarla vanamente ad accelerare ; ed ecco che la gara riparte, anche se fondamentalmente non era mai partita. Senna mantiene il comando e subito segnò un buon tempo cronometrato (risulterà essere il terzo crono più veloce della gara), inseguito a breve distanza da Schumacher.

Al giro 7 transita al comando il campione brasiliano deciso a vendicare le due sconfitte contro Michael Schumacher nei primi due Gran premi dell’anno; Sfreccia a 295 km/m alla curva del Tamburello, li davanti alla Tosa, davanti a noi. La mia telecamera è accesa, la mano tremolante per il brivido che attraversava la mia schiena per il rombo che delle auto che mi era entrato dentro. Vedo Senna, primo approcciare il Tamburello e andare dritto contro le barriere. Pensavo fosse uno scherzo, pensavo anche che non fosse lui. Pensavo tutto ma era solo un modo per non vedere la realtà.
Ci è stato detto che un cedimento meccanico del piantone dello sterzo della sua Williams lo fece uscire di pista e sbattere contro il muretto, perdendo la vita. Sono passati esattamente 27 anni da quel tragico pomeriggio in cui la Formula 1 è definitivamente cambiata. 27 anni da quando il mio amore per la Formula 1 è cambiato. Il pilota che tanto seguivo, che apprezzavo e stimavo non c’era più ; Solo un video nella mia telecamera che custodirò gelosamente e che un giorno, chissà gli farò rivedere.”

AYRTON SENNA, LE STATISTICHE E I RECORD

3 titoli mondiali (1988, 1990, 1991)

161 GP (esordio il 25 marzo 1984 a Interlagos, Brasile)

41 vittorie

65 pole positions

87 prime file

19 migliori giri

80 podi

614 punti

2931 giri in testa

13430 km percorsi in testa

60 ritiri

6 vittorie a Montecarlo

8 pole position a Imola

10 compagni di squadra

4 costruttori (Lotus, Toleman, McLaren, Williams)

 

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