Calcagno Vicepresidente AIC : “Ci affidiamo ai medici, ma vogliamo ripartire. Brutto giocare senza tifosi”

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La ripartenza del Campionato sta vivendo giorni frenetici e tanto è il lavoro che si sta facendo tra la Federazione, Lega Calcio, Medici e l’AIC. L’obbiettivo è quello di ripartire in tutta sicurezza e dare una dimostrazione di forza del grande e importante lavoro fatto.

In Esclusiva Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori ha rilasciato un intervista a TRT SPOR Turchia spiegando in maniera chiara e inequivocabile gli obiettivi e le speranze sia dei Calciatori, dei vari staff e della stessa Associazione.

Il giorno 13 giugno è prevista la ripartenza del campionato in attesa di avere l’ok del Governo. Quali sono le attuali condizioni dei giocatori in Italia?

“Certamente un periodo di inattività così lungo ha creato dei problemi a livello fisico per degli atleti, degli sportivi professionisti che poi dovranno riprendere al massimo la loro normale attività, anche chi si è organizzato bene comunque è stato costretto ad allenarsi all’interno delle mura domestiche, i più fortunati magari in giardino e quindi è anche molto importante la fase che stiamo vivendo in queste settimane nelle quali comunque sono stati autorizzati gli allenamenti singoli. Quasi tutte le società hanno convocato gli atleti presso le loro strutture e stanno facendo svolgere comunque sotto la direzione dello staff tecnico, un primo lavoro di riadattamento nella maggior parte dei casi a secco e quindi senza la palla o comunque con esercitazioni ovviamente che vengono svolte stando attenti a non creare contatto. Questa prima fase ci aiuterà poi, se sarà dal 18 o da una data successiva, a riprendere gli allenamenti di gruppo con tutte le criticità che vi ho segnalato in precedenza. È chiaro che noi abbiamo anche l’esigenza di avere una data di ripresa dei campionati perché allenarsi o andare in ritiro anche solo 2 settimane avrebbe senso solo se ci fosse la certezza di riprendere”

Questo periodo quale sarà la precauzione da utilizzare per i giocatori nei confronti del Covid-19 visto che ancora esiste un problema elevato? – Per tutelare i giocatori dal Covid-19 quale precauzioni sono previste?

“In questo momento c’è in atto un confronto sia con le autorità governative che con la Federazione, con i medici sportivi per cercare di avviare e di dare finalmente vita a dei protocolli che non siano soltanto per gli allenamenti individuali come si stanno svolgendo in questi giorni. Stiamo affrontando alcune criticità che sono legate sia all’eventualità di ritiri molto prolungati, anche, se non soprattutto, a come dovranno poi essere valutate le eventuali positività che dovessero essere riscontrate all’interno del gruppo squadra, perché la normativa in Italia per tutti i cittadini oggi prevede una quarantena di 14 giorni non solo per la persona infettata ma anche per tutte le persone che siano venute a contatto. Quindi questo all’interno di una squadra che dovrebbe poi arrivare a svolgere allenamenti “normali” significherebbe porre in quarantena per 14 giorni tutta la rosa, tutto lo staff, e tutte le persone che gravitano attorno alla squadra. Quindi ci sono queste criticità che in questo momento stiamo cercando di risolvere.”

I medici della serie a sono preoccupati perchè ci sono cose ancora da chiarire, Che cosa vi aspettare dai medici della Serie A?

“Noi ovviamente ci stiamo affidando ai medici delle nostre squadre perché sono sempre stati all’interno di un gruppo un punto di riferimento, e lo sono ancor di più oggi in una situazione epidemiologica così complicata e in una situazione sanitaria che parte ovviamente dal presupposto di tutelare in primis la salute dei tesserati ma anche di tutte le persone che gravitano attorno al mondo dello sport. Non dobbiamo scordarci che in questa fase che abbiamo appena attraversato moti medici sociali sono stati anche direttamente coinvolti dal virus, ma anche magazzinieri, comunque persone che erano vicine alla squadra hanno anche rischiato la vita quindi la situazione deve essere resa con tutte le precauzioni. I medici sono il nostro punto di riferimento, non è un caso che proprio in questi giorni ci siano contatti diretti tra il rappresentante di tutti i medici sociali della Serie A, Il professor Nanni del Bologna, La Figc e le autorità governative.”

Dato che i giocatori sono stati a casa tutto questo tempo e il 18 si possono allenare, ma che campionato sarà senza tifosi?

“Sarà comunque un campionato diverso dal solito, perché giocare senza i tifosi, per i ragazzi, quindi per noi “uomini di campo” ovviamente è una cosa brutta, però la convivenza col virus purtroppo ci obbligherà ad adattarci a questa nuova situazione. Speriamo che molto presto si possa tornare alla normalità ma non dipenderà ovviamente da noi”

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