La Juventus piegata da Cristiano Ronaldo

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CARDIFF (di Stefano Ghezzi) ‘Mi sento un ragazzino’ cosi CR7 al termine della finale contro la Juventus. A 32 sta riscrivendo gli annali dei record: quarta Champions, sesta volta capocannoniere della competizione europea (12 reti). È il terzo giocatore con almeno quattro gol segnati in finale (7 Di Stefano, 4 Puskas). Ma la cosa che impressiona è il peso dei suoi gol: in questa Champions ha segnato 10 dei 12 gol dai quarti in poi. 5 gol tra andata e ritorno al Bayern, 3 all’Atletico, 2 alla Juve. CR7 è la tipologia di giocatore completo capace di prendere in mano tutta una squadra e di portarla alla vittoria.

Proprio l’anno scorso a Milano, dopo la vittoria contro l’Atletico di Madrid, ‘qualcuno’ poco professionale e ‘poco’ obiettivo, esordì dicendo che Ronaldo è solo una conseguenza della fortuna e che in un altra squadra, avrebbe fatto panchina. Beh, una fantasia che è ben lontana dalla realtà. Il Real Madrid di Zidane è veramente tanta roba e Ronaldo ha una bella fetta di responsabilità in questa ennesima vittoria storica della squadra spagnola.

Tutto è iniziato con il picco di CR7 il 21 maggio 2008: gol in finale contro il Chelsea, rigore sbagliato nella serie finale ma gli errori di Terry e Anelka gli consegnarono la sua prima Coppa dalle grandi orecchie. Vestiva la maglia del Manchester. Ora le Champions di Cristiano sono quattro: ha sempre messo lo zampino in tutte e quattro le finali giocate, e vinte. Nel 2014 ha siglato il 4-1 finale su rigore contro l’Atletico, nel 2016 ha segnato il rigore decisivo a San Siro. E a Cardiff si è superato, trafiggendo Buffon che sperava nel Pallone d’Oro, ma con una doppietta letale, gli ha rovinato la festa. Oltre a proiettarlo sul tetto d’Europa, Ronaldo ha toccato quota 600 gol da professionista, su 855 partite da professionista giocate.

La Juve aveva subito solo tre gol in tutta la Champions: in 60′ gli spagnoli al Millennium Stadium avevano già fatto meglio, per poi esagerare con il 4-1 finale. La forza di Ronaldo è stata quella quasi di nascondersi, nei primi minuti della partita. La posizione più accentrata, vicino a Benzema, non è una novità: non è da questa stagione che CR7 è diventato CR9. Ma la presenza di Isco ha portato, spesso, il portoghese a interpretare in maniera leggermente differente la fase offensiva. Il primo gol è stato di precisione e intelligenza, il secondo da centravanti puro, nessuno come lui. Uno spettacolo, anzi Fenomenale.

QUI JUVENTUS.

Troppo Ronaldo per questa Juve? Forse, ma una certezza è che è stato Troppo bravo Zidane – due Champions, una Supercoppa europea, un Mondiale per club e una Liga in un anno e mezzo in panchina – Troppo bravo ad ‘ingannare Allegri mettendo largo a sinistra Isco e rovinando così l’assetto tattico della Juve. Episodi? Forse, Ma ci sta anche altro. E questo ‘altro’ chiama in causa chi inaspettatamente non ha risposto alle attese. Dell’attacco Juventino si è salvato solo Mandzukic, autore, si di uno stupendo Gol del momentaneo 1-1, ma colpevole in occasione del terzo gol spagnolo, sotto osservazione il suo errore dello sbandamento collettivo dopo la rete di Casemiro. Dybala invece non è stato mai in partita. Sembrava come se non gli interessasse , ma forse poco maturo per una competizione cosi importante. Higuain ha giocato poco più di dieci minuti, nei restanti ha semplicemente passeggiato in campo, molto appesantito a differenza dei Madridisti che lo hanno sempre accerchiato facendogli commettere troppi errori e portarlo a competere con lui stesso e alla sua poca personalità. Non sono i soli, Dani Alves è sparito anche lui nella ripresa e Cuadrado molto ingenuo, immaturo e colpevole, soprattutto in occasione del primo giallo che lo ha portato poi ad uscire anzitempo dal terreno di gioco per la doppia ammonizione.

E poi c’è la difesa. Il punto di forza della Juve, che poi tanto non è sembrato. Ha tenuto nel primo tempo, è spartita nel secondo. Tutti da 5,5 anche Buffon tra i pali. Proprio lui che doveva FARE e DARE. Nel momento in cui serviva la reazione, dopo il 2-1, è mancato lo scatto psicologico e a questo si sono aggiunti inattesi errori tattici e tecnici forse causati da una mancanza di preparazione all’altezza di una sfida cosi delicata. Troppe aspettative e troppe promesse azzardate con la speranza di riportare la Coppa in Italia.

Errori mai visti nel campionato nostrano da parte di gente come Bonucci, Barzagli e Chiellini, ci porta ad una considerazione: forse è tempo di cambiare! Le finali perse, il tabù Champions e l’ansia di non farcela ancora una volta hanno giocato un ruolo decisivo: dopo la reazione successiva alla prima rete di Cristiano Ronaldo, il secondo gol subito ha spezzato le gambe ma ancor più ha spento le menti,  e distrutto i morali.

Siamo però obiettivi e sportivi. Questa Juve va comunque applaudita e ringraziata. Applaudita perché resta un esempio di programmazione, gestione, lavoro e applicazione. Si è visto anche ieri sera subito dopo il fischio finale, quando Agnelli, sceso sul campo, preso ad uno ad uno ogni giocatore, ha esternato il suo ringraziamento e il suo augurio in una prossima finale, ma con più cattiveria. Gesto che dimostra quanto questa società tiene ad ogni singolo ragazzo, e tiene a tenere in lato il trend della storia Bianconera. Va Ringraziata perché una partita non cancella quanto di buono e grande fatto in tutta la stagione, uno spot del calcio italiano nel mondo, cosa che molti in Italia sperano, ma che negli ultimi anni nessuno è riuscito.

Sarà stata una notte angosciosa per gli uomini di Allegri e per i tanti tifosi giunti a Cardiff e per tutti quelli assiepati davanti ai maxi schermi in giro in Italia, ma una cosa è certa, questa squadra non finisce certo qui a Cardiff. Non è una finale persa che rovina i piani di chi ha una mente ambiziosa. Da qui si inizia un nuovo percorso, e la Juventus ha tutte le carte in tavola e in regola per dimostrarlo.

 

 

 

 

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