KIEV (FLASHSPORT.EU) – Siamo arrivati alla fine. tra due giorni sapremo chi sarà la regina d’Europa tra Real Madrid-Liverpool. La finale di Champions a Kiev ospiterà due squadre spettacolari che fanno dell’attacco il punto di forza, ma guidate da due allenatori – Zidane e Klopp – con due filosofie all’opposto. Da una parte l’equilibrio di Zizou, fine tattico e straordinario gestore di un gruppo di campioni. Dall’altra Klopp, padre del gioco offensivo, anche a scapito di una fase difensiva piuttosto allegra, esempio su tutte la Roma di Di Francesco.
Due modi di gioco molto diversi che renderanno l’atto finale della Champions una partita imprevedibile, plausibilmente spettacolare, ma molto meno decifrabile di altre.
Da una parte c’è Zidane, l’allenatore che sa solo vincere, pressoché infallibile nei tornei giocati fuori dalla Liga. Una sorpresa capace di far ricredere tutti nel giro di pochi mesi, andando a conquistare la Champions dopo aver preso il posto di Benitez alla prima esperienza alla guida della prima squadra. Un gestore straordinario capace di leggere le partite tatticamente e soprattutto mentalmente, imponendo ai suoi giocatori – dei fuoriclasse assoluti – una mentalità del lavoro vincente che ben si sposa con quella del suo gioiello CR7. Gli schemi utilizzati non hanno presentato chissà cosa di innovativo, ma nella semplicità delle proposte – se fatte al meglio – risiede il segreto dei successi del Real Madrid sotto la sua gestione, migliorando tatticamente e non solo giocatori chiave come Casemiro, il vero equilibratore della squadra.
La voglia di vincere nel gruppo non manca mai e la dimostrazione è la quarta finale di Champions League negli ultimi cinque anni, ma è la capacità del Real di reagire nei momenti difficili che ha saputo fare la differenza nelle ultime stagioni, facendo leva sulle certezze: Sergio Ramos in difesa, che quando è mancato come contro la Juventus al Bernabeu si è decisamente notato; il palleggio di Kroos e Modric in mezzo al campo equilibrato da Casemiro; e la potenza fenomenale dell’attacco con CR7 aiutato dai vari Isco, Vazquez, Asensio, Benzema e Bale. Un gruppo fenomenale guidato alla perfezione con rigore e mentalità.
Dall’altra c’è probabilmente l’opposto. A livello di immagine ovviamente, perché tutto si può dire su Jurgen Klopp tranne che non sia preparato tatticamente. Anzi, il tecnico tedesco già dai tempi della Bundesliga con Mainz e Borussia Dortmund ha dimostrato di essere un rivoluzionario da quel punto di vista, l’anti-Guardiola per eccellenza e anche l’avversario più difficile da battere per Pep (eliminato ai quarti, guarda caso). Scrivi Klopp e pensi al gioco d’attacco e alla pioggia di gol subiti dovuti a una fase difensiva non troppo solida. Una macchina perfetta che quando funziona a meraviglia è imbattibile, ma che vive sempre in bilico tra l’impresa e il flop clamoroso. Ed esattamente così si presenterà a Kiev: probabilmente l’unica squadra in grado di far impazzire il Real Madrid nella migliore delle ipotesi, oppure la vittima sacrificale del pragmatismo di Zizou. Certo il numero di finali di Champions giocate dai giocatori in rosa, zero, non aiuta.
Il 4-3-3 di Klopp in ogni caso è uno spettacolo da ammirare e studiare, frutto di una filosofia particolare del tecnico tedesco che fa del ritmo ossessivo un valore imprescindibile e che forse solo Salah, Mané e Firmino possono reggere. L’obiettivo di sconfiggere le big del calcio sta riuscendo grazie proprio alla fase offensiva con un Salah tirato a lucido e fenomenale come non mai con le sue sgroppate e le sue giocate dentro e fuori dall’area; poi c’è Bobby Firmino, centravanti e fantasista allo stesso tempo, ma spesso anche regista avanzato per lanciare le folate esterne. Infine Mané, il meno prolifico ma anche il più veloce e imprendibile quando lanciato in profondità. Un tridente imprevedibile, ben assortito e disposto a sacrificarsi per pressare gli avversari appena perso il pallone. Come detto, però, serve la perfezione e le squadre di Klopp spesso in finale sono state punite da se stesse.
Le statistiche dicono Zidane, ma nulla è prevedibile. Ha giocato 7 finali, vincendole tutte. Klopp ne ha giocate 10, perse 7 e vinte 3. La finale di quest’anno sa di rivincita e di rinascita, soprattutto per l’allenatore degli Inglesi, che vuole sfatare il gioco e la supremazia spagnola.
Intanto qui a Kiev è tutto pronto, una città non all’avanguardia, ma che si sta facendo trovare pronta all’evento più importante per i club europei.